recherche libre / ricerca libera
Yvonne Baby / traduzione di Francesca Spinelli
Elisabeth Barillé /traduzione di Cris Altan
Frédéric Beigbeder / traduzione di Martina Mazzacurati
Città di carta: memoria e profezia
Piero Berengo Gardin
Emmanuel Bonetti / traduzione di Paola Micalizzi
Gherardo Bortolotti
Alessandro Broggi
Note su un grido del cuore - (Seconda parte)
Esteban Buch / traduzione di Lidia Verde
Ciclismo laziale/ (parco de la Caffarella)
Maria Grazia Calandrone
Storia di piccoli E di grandi viaggi
Angelo Castrovilli / Carmelo Seminara
Nunziatella, dove, come, quando
Giueppe Catenacci
Ennio Cavalli
Ennio Cavalli
Biagio Cepollaro
Le Metamorfosi di Kafka - (3a parte)
Stanko Cerovic / traduzione di Sandra Rivazio
Fiammetta Cirilli
Thierry Crifo / traduzione di Francesca Spinelli
Cesare Cuscianna
Dominique Delcourt / traduzione di Francesco Forlani
Paola De Luca
Jean Philippe Domecq /Trad. Francesco Forlani
Luis de Miranda / trad. di Irene Stelli
Dalla Malaparte
Periferia dell’anima: la pelle
Francesco Forlani / trad. Philippe Pogam
Gabriella Fuschini / trad. Andrea Raos
Antonio Ghirelli
Marco Giovenale / trad. Philippe Pogam
Paolo Graziano
Benoît Gréan / traduzione di Francesca Spinelli
Internet e l’isola che non c’è…
Domenico Grifoni
Andrea Inglese
Petr Král / traduzione di Paola De Luca
(racconto istantaneo in onore dell'iniziativa storica del
concerto di live 8) - Giorgio Mascitelli
Della distruzione delle città in tempo di pace
Jean Claude Michea / trad. di F.Forlani e Al. Mosca
Walter Nardon
Marino Niola
Centro e periferia nei principi della Medicina Tradizionale Cinese
Michel Odoul /trad. Chris Altan
Jean-Pierre Ohl trad. Francesca Spinelli
Matteo Palumbo
Alexandra Petrova / trad.Valentina Parisi & Ph.Pogam
Insensata sagezza (Cattivi) maestri-Omaggio a Guy Debord
Felice Piemontese / trad. Philppe. Pogam
Quando la geografia non può più dissimulare ciò che soffoca
Philippe Pogam / trad. Paola Miccalizzi
Lakis Proguidis / traduzione di Martina Mazzacurati
Renata Prunas / trad. Philippe Pogam
Laura Pugno
Eleonora Puntillo
Ferme restando le mie convinzioni...
Racca Davide
Raiz
Margherita Remotti
Tre errori a proposito di Malaparte
François Ricard / Traduzione di Martina Mazzacurati
Massimo Rizzante & Gianni Celati /trad. Philippe Pogam
Francesco Rosi & Olivier Maillart / trad. Philippe Pogam
Danièle Rousselier / trad. di Fed. Di Lella e M. L Vanorio
Roger Salloch / In occasione della pubblicazione in Francia del saggio di Paul Krugman The Great Unravelling. (trad. italiana: La Deriva americana, Laterza, 2004). / trad. Francesca Spinelli
Lucio Saviani
Roberto Saviano
Malterialsmo volgare [Italo Calvino e il lavoro (seconda parte)
Domenico Scarpa
Rocco Scotellaro
Rocco Scotellaro
Romain Slocombe / traduzione di Cris Altan
I sogni daltonici della periferia
Michele Sovente
Traiettorie continue e rimasugli
Michele Sovente
Come scrivere durante Auschwitz
François Taillandier / trad. Francesca Spinelli
Jean-Charles Vegliante
Ornela Vorpsi / trad. Laura Toppan
Inno alla periferia di Sergio Endrigo
Wu-Ming 1
Stefano Zangrando
Nei paraggi di un editoriale
Un urlo e un discorso ci vengono da Napoli con le fitte quaranta pagine di questo numero speciale di «Sud». «Sud» è una rivista di cultura che esce quando può, per sforzo di un gruppo di intellettuali e di scrittori che hanno capito e che sono decisi a «resistere».
Dalle pagine del Politecnico, Franco Fortini cominciava così la sua lettera al Sud. Di quel “Sud” di Pasquale Prunas e dei suoi amici ma anche di un tempo, quel dopoguerra sorprendentemente vicino a quello nostro attuale, non solo per le difficoltà a resistere ma soprattutto per la facilità del piegarsi. Il nuovo “Sud” esce quando può perché un patto ci lega a quanti ci sostengono e ci sosterranno, ma soprattutto perché da due anni la stessa idea di Sud ci accompagna e forse ci rende più forti. E dal passato presente, ci giunge a far coraggio la voce di Rocco Scotellaro , attraverso le note di Renata Prunas. Tradizione significa trasmissione e mai come in questi giorni ci giungono forti gli appelli dalle grandi capitali o dalle piccole città di provincia a resistere. Il nostro progetto si è immediatamente definito tra territorio locale e territorio globale, e con il numero cinque, abbiamo provato a interrogarci su centro e periferie. Come giustamente ci scrive Ghirelli, la storia abita il centro e lascia fuori tutto il resto. Scampia, nel cui nome c’è già racchiuso un destino, è solo una metafora di una rete che lega mondi diffusi, implosi, in perenne espansione. Come dimenticare la forte esplosione delle torri di Secondigliano, ed il mancato abbattimento. Troppo resistenti, ci racconta Nora Puntillo, quei monumenti al malessere, troppo cemento armato in quel perturbante, rimosso, delle coscienze degli architetti. Non ci saranno analisi esaustive del fenomeno né manuali di sopravvivenza ad uso e consumo dei residenti. Periferia e centro sono paradigmi non localistici ma politici di un corpo che è una follia considerare nella sua unicità locale. È la storia del nostro pianeta, di placche di terra alla deriva e di scontri terrificanti, che siano esse civiltà o masse d’acqua. E mentre scriviamo queste righe ci arrivano gli echi di altre esplosioni, di capitali come prime linee, Londra, Madrid, Baghdad. Abbiamo inoltre curato un dossier Malaparte, insieme alla parigina Atelier du Roman, per rendere omaggio ad un grande romanziere, tra i pochi veramente europei che l’Italia abbia prodotto. Non ci ha spinti a farlo quell’insano desiderio di suscitare polemiche giusto per il gusto dello scandalo, tanto caro ai nostri poveri cronisti letterari e men che meno per riaprire vecchie ferite. Il caso Malaparte può invece aiutarci a capire quanto giovani autori come Roberto Saviano, Paolo Graziano, insieme ad altri tentano di fare con “le scritture dal fronte meridionale”.
Sul Sud, proprio come mondo, dialogano Massimo Rizzante e Gianni Celati, in un richiamo continuo alla tradizione del romanzo, soprattutto nella sua capacità di fare mondo. Qualche tempo fa Einaudi promosse alla sua maniera un’antologia tutta meridionale chiamandola dei disertori. A noi, invece, piacerebbe che la rivista “Sud” diventi un po’ come radio Londra, per gli europei occupati ieri dal nazismo, oggi da un liberalismo altrettanto feroce, per città le nostre travolte da camorra e cinismo, che è cosa ben peggiore dell’omertà moderna. E che le parole diventino onde sonore leggere e al tempo stesso travolgenti. È tempo che l’occidente ritrovi in se stesso le ragioni della propria salvezza e che il sud senza mimare alcun nord ritorni a guardarsi dentro, che significa innanzitutto intorno, come periferia tra mille altre.